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08 aprile 2023
Le comunità energetiche rinnovabili potranno operare in tutta la zona di mercato elettrico
Gervasio Ciaccia, di ARERA
L'ambito di operatività delle nuove comunità energetiche non sarà la cabina primaria, ma l'intera zona di mercato elettrico.
La normativa definitiva apre la strada a Comunità Energetiche Rinnovabili di dimensione regionale e multi-regionale, rendendo possibile la rapida aggregazione di tante comunità locali di autoconsumo entro un unico soggetto giuridico.
Nel seguente video, pubblicato sul nostro canale youtube, durata due minuti e mezzo, Gervasio Ciaccia di ARERA, illustra in modo molto chiaro questa importante novità.
Estratto dall'intervento di Gervasio Ciaccia, di ARERA, al seminario "Configurazioni per la valorizzazione dell'autoconsumo" del 22 febbraio 2023 (video 2' 35").
Con il nuovo quadro normativo definitivo, l'ambito di operatività delle comunità energetiche non sarà più la cabina secondaria, come avviene nell'attuale sperimentazione, e nemmeno la più estesa cabina primaria, ma diventerà l'intera zona di mercato elettrico.
Quello che avviene a livello di area sottesa ad ogni cabina primaria è il calcolo dell'autoconsumo, con la conseguente suddivisione dei membri della Comunità Energetica, produttori e consumatori, in sottogruppi, uno per ogni area di cabine primaria dove esiste almeno un produttore ed un consumatore membri della CER. Il GSE calcolerà l'autoconsumo e gli incentivi per ciascun sottogruppo, e corrisponderà il totale al referente della comunità.
Lo ha chiarito, nel corso di un seminario tenuto il 22 febbraio 2023, Gervasio Ciaccia (nella foto), Responsabile Unità Energia Sostenibile, Efficienza e Fonti Rinnovabili (EFR) di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Questa possibilità potrà rendere più sostenibili ed efficaci le Comunità Energetiche Rinnovabili, che potranno dimensionarsi opportunamente per massimizzare la condivisione e l'autoconsumo dell'energia prodotta e per realizzare importanti economie di scala, coprendo tutto il territorio di interesse con un solo soggetto giuridico.
Inoltre le comunità locali potranno costituirsi più facilmente e rapidamente, federandosi fra di loro in un unico soggetto giuridico o aggregandosi ad una CER già esistente.
Guarda il video (2' 36")
Estratto dell'intervento di Gervasio Ciaccia di ARERA, dove descrive il nuovo ambito di operatività delle Comunità Energetiche Rinnovabili a livello di zona di mercato.
"Se guardiamo il caso della Comunità Energetica" - ha spiegato Ciaccia - "noi abbiamo un soggetto giuridico che di fatto opera a livello di zona di mercato, rispetto al quale i soci devono avere POD all'interno della zona di mercato.
In Italia ci sono sette zone di mercato dell'energia elettrica.
Possono aderire ad una Comunità Energetica Rinnovabile
produttori e consumatori che hanno il punto di accesso
alla rete elettrica situata nella stessa zona di mercato.
Quindi abbiamo una Comunità Energetica che è un insieme molto più vasto. Rispetto a questo insieme, la valorizzazione dell'energia elettrica autoconsumata viene fatta per cabina primaria.
Quindi è come se, all'interno della stessa comunità energetica potrei avere dei sottogruppi ognuno dei quali concorre in maniera indipendente al calcolo dell'energia autoconsumata e quindi poi dell'energia incentivata.
Di fatto, io avrò la possibilità di realizzare un unico soggetto giuridico, che opera a livello zonale, e poi fondamentalmente avere tanti piccoli sottogruppi. che di fatto ottengono una valorizzazione diversa l'una dall'altra ad opera di GSE, e che operano a livello di singola cabina primaria .
Poi il GSE valorizzerà questa energia per cabina primaria e corrisponderà al referente della comunità energetica i vari proventi e la comunità energetica valuterà in maniera autonoma come redistribuire questi proventi tra i vari soci e membri.
Da questo punto di vista vi evidenzio il fatto che l'Autorità non è mai entrata nella definizione ne delle modalità con le quali deve essere costituita la comunità energetica e la tipologia di soggetto giuridico che essa deve avere, lasciando piena libertà e flessibilità, e dall'altro non è intervenuta a definire modelli o particolari schemi redistributivi dei proventi sui vari soci che fanno parte della comunità.
Questo perché si è inteso, sopratutto in questa prima fase di sviluppo lasciare libertà al mercato di poter i diversi modelli di business che una configurazione di questo tipo può avere. Dai modelli nei quali c'è un unico socio, che fondamentalmente sostiene tutto l'investimento, ai modelli in cui invece l'investimento è equidistribuito tra i vari soci della comunità, e quindi sono tutti partecipi sia dei costi che eventualmente anche dei ricavi".