Il Presidente del Consiglio Italiano Giorgia Meloni con il premier Cinese Xi Jinping |
Marco Polo, con il suo celebre libro "Il Milione", non solo descrisse le meraviglie del vasto impero cinese, ma contribuì anche a far adottare in occidente il nome Cina, che noi utilizziamo per indicare il Paese che i cinesi chiamano "中国", pronuncia Zhōng guó, che letteralmente significa "Paese di Mezzo" o "Regno Centrale", un nome che riflette la visione tradizionale della Cina come centro del mondo civilizzato. La differenza tra il nome usato in Occidente e quello usato in Cina stessa sottolinea l'importanza di comprendere le prospettive culturali diverse quando si tratta di relazioni internazionali.
Marco Polo |
Celebriamo Marco Polo a sette secoli di distanza dalla sua morte" e insieme a lui "Matteo Ricci che ha aiutato il popolo cinese ad aprire il proprio orizzonte e a capire l'Europa e l'Occidente. Se Marco Polo non avesse osato tanto da intraprendere un viaggio che fino ad allora era ritenuto inimmaginabile, impossibile, fuori portata, se non avesse sfidato l'ignoto, la storia sarebbe probabilmente andata diversamente. Allora noi ricordiamo Marco Polo, soprattutto per ricordare a noi stessi, che la storia in fondo siamo noi. Soprattutto quando non abbiamo paura di osare. Soprattutto quando inseguiamo le nostre convinzioni. Soprattutto quando non ci lasciamo condizionare dai limiti nei quali gli altri credono. vale per tutti e vale per sempre".
Oggi, l'Italia e la Cina si ritrovano a scrivere un nuovo capitolo di questa lunga storia, con un accordo che va ben oltre gli scambi commerciali, e rappresenta un passo significativo nel rafforzamento dei legami economici e culturali tra i due paesi. Un evento importante, che si inserisce in un contesto geopolitico complesso, caratterizzato da una crescente competizione tra le grandi potenze e da temi cruciali come la sostenibilità ambientale e l'innovazione tecnologica.
"C'è una insicurezza crescente a livello internazionale" - ha dichiarato Meloni - "e io penso che la Cina sia inevitabilmente un interlocutore molto importante per affrontare tutte queste dinamiche facendolo a partire dai rispettivi punti di vista per ragionare insieme di come garantire stabilità, pace, un interscambio libero".
"Il Memorandum di collaborazione industriale che abbiamo sottoscritto è un passo significativo" - ha precisato Meloni - che "comprende ora settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, settori dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica, il che le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza".
"Gli investimenti cinesi in Italia sono solo un terzo rispetto agli investimenti italiani in Cina”, ha detto Meloni, "e questo divario va colmato".
L'accordo prevede:
- Forme di reciproco sostegno alle aziende
- Incremento delle relazioni bilaterali
- Condivisione estesa di informazioni, incluse quelle relative alle rispettive politiche, regolamenti e standard tecnici
- Organizzazione di conferenze congiunte
Nel campo delle energie rinnovabili, della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile, il memorandum include un'intesa fra il Ministero Italiano dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e l'omologo ministero dell'Ecologia e dell'Ambiente cinese.
"L'intesa sulle auto elettriche, che sarà oggetto di successivi tavoli tecnici, è, all'interno del nostro memorandum, una delle intese più importanti che abbiamo sottoscritto", mira a rendere più sostenibile la transizione verso la mobilità elettrica, anche per "creare rapporti commerciali che siano il più possibile equilibrati", in un contesto che vede le aziende cinesi in un ruolo di crescente protagonismo (nel solo mese di giugno le aziende cinesi hanno immatricolato, in Europa, oltre 23.000 veicoli elettrici a batteria).
Il piano che abbiamo condiviso "è una cosa nuova perché apre una nuova fase nei rapporti con la Cina" - ha affermato Meloni , che, rispetto al precedente accordo sulla via della seta, "inserisce materie nuove e definisce anche un’implementazione a 360 gradi dei nostri rapporti» che "non sono solo economici e commerciali", ma anche culturali.
Mentre l'Italia e la Cina si muovono verso una collaborazione più stretta in settori strategici, l'eredità di figure come Marco Polo continua a risuonare, ricordandoci l'importanza del dialogo interculturale e della comprensione reciproca nel mondo globalizzato di oggi.