Sei interessato alle energie rinnovabili ed alle comunità energetiche?
Registrati al Comitato Energia Bene Comune.
Non costa nulla, sarai sempre aggiornato sulle nostre attività, potrai partecipare alla nascita di una comunità energetica rinnovabile ed essere protagonista della transizione energetica.

19 luglio 2023

Con le Comunità Energetiche chi ha l'auto elettrica può risparmiare 1000 euro all'anno


Il cocktail ecologico perfetto riunisce fonti rinnovabili, veicoli elettrici ed efficientamento energetico 

Wired motori, 23.12.2021

Uno studio dell’azienda norvegese Otovo, specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici a uso residenziale, ha calcolato un risparmio di oltre 1000 euro all’anno (su una percorrenza di 10.000 km) ricaricando l’auto elettrica con l’energia prodotta dai pannelli solari di casa, rispetto a una vettura alimentata a benzina. 

E se non si dispone di un impianto, è possibile risparmiare partecipando ad una comunità energetica per autoconsumare l'energia prodotta in comune.

In Italia, il D.L. 162/2019 (convertito in legge nel febbraio 2020) indica le condizioni per la costituzione delle comunità energetiche. Tra le più rilevanti vi sono:

  •  la fornitura di “benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera la comunità, piuttosto che profitti finanziari”;
  • la partecipazione alla comunità è aperta a tutti, compresi i consumatori “appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili”;
  •  la generazione di energia destinata all’autoconsumo deve avvenire “con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW” [con la nuova normativa che entrerà in vigore entro fine 2023 questo limite è stato eliminato, n.d.r.];
  • l’energia prodotta deve essere condivisa “utilizzando la rete di distribuzione esistente” al fine dell’autoconsumo istantaneo dei membri della comunità;
  • i rapporti all’interno della comunità sono regolati “tramite un contratto di diritto privato” e i consumatori possono lasciare la comunità energetica quando lo desiderano.

Questa realtà rappresenta quindi un’evoluzione dello scenario energetico contemporaneo, puntando sulla produzione a chilometro zero e sulla generazione distribuita (anche mediante tecnologie innovative, come le reti “intelligenti” o smart grid). 

In più, trasforma il ruolo degli utenti, non limitandoli a semplici consumatori (consumer) ma a soggetti attivi nel processo produttivo di energia e del suo utilizzo (prosumer).

Secondo il rapporto Comunità rinnovabili 2021 di Legambiente, ci sono almeno 30 progetti sul territorio italiano legati al concetto di comunità energetica e di autoconsumo collettivo. 

Inoltre, tra le varie tecnologie “verdi” impiegate, il solare fotovoltaico detiene un ruolo primario, avendo generato oltre 25 GWh nel 2020, coprendo il 22,4% della produzione da fonti rinnovabili, davanti a eolico (16,2%) e bioenergie (15,8%).

Le potenzialità dell’energia solare per la transizione energetica non riguardano soltanto il mondo dell’edilizia, ma si estendono anche nell’ambito della mobilità. 

Uno studio dell’azienda norvegese Otovo, specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici a uso residenziale, ha infatti calcolato nel Belpaese un risparmio di oltre 1000 euro all’anno (su una percorrenza di 10.000 km) ricaricando l’auto elettrica con l’energia prodotta dai pannelli solari di casa rispetto a una vettura alimentata a benzina. La convenienza economica, seppur più ridotta, può interessare anche quadricicli e motocicli elettrificati nei confronti delle versioni con motore a scoppio.

Peraltro, i mezzi elettrici (di proprietà o in condivisione) sembrano essere sempre più considerati per lo sviluppo della mobilità sostenibile. Lo conferma un’analisi del Pulsee Energy Index, l’osservatorio sulle abitudini degli italiani realizzato dal brand digitale e green di luce e gas in collaborazione con la società di ricerche di mercato NielsenIQ. Il 58% degli intervistati sarebbe disponibile a lasciare l’uso di un’automobile tradizionale in favore dei veicoli “a zero emissioni”, mentre l’83% del campione ritiene la mobilità sostenibile lo strumento ideale per ridurre l’inquinamento e il congestionamento stradale (62%).

Tuttavia, la lotta al cambiamento climatico richiede un impegno anche sul fronte degli sprechi energetici. Il “Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2020”, elaborato da ENEA (Agenzia Nazionale Efficienza Energetica) e CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente), offre una visione d’insieme sulle caratteristiche costruttive e sugli aspetti energetici degli immobili in Italia, ricavati dagli Attestati di Prestazione Energetica (APE). Dalla relazione emerge che gli edifici appartengono prevalentemente (quasi il 60%) alle classi energetiche con i consumi più alti (F e G).

Ciò indica la necessità di ricercare, oltre ai meccanismi d’incentivazione, nuove strategie e azioni indirizzate alla diminuzione dei consumi energetici, obiettivo rimarcato all’interno della direttiva europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) da poco rivista.

A tal proposito, l’accordo tra Enel X e ASMEL (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raccoglie oltre 3500 comuni italiani) intende dar vita ad attività e programmi per la riqualificazione energetica degli immobili, l’illuminazione pubblica, la diffusione della mobilità elettrica e la creazione e gestione delle comunità energetiche. La sfida principale resta la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, in accordo con le linee guida del Green Deal europeo, attenuando, allo stesso tempo, i fattori della crisi ecologica.