Stiamo scrivendo questo post il 26 agosto 2023, e l'Italia è ancora alle prese con un'ondata di caldo anomala, l'anticiclone Nerone.
Nerone ci accompagna ormai da qualche settimana, con temperature che hanno raggiunto e superato i 40°C in molte città e afa intensa anche per l'alto tasso di umidità. Ma il super caldo sta per finire.
Nelle prossime ore è atteso l'arrivo di un ciclone tropicale chiamato Poppea, che secondo alcuni meteorologi potrebbe trasformarsi in vero e proprio uragano, con rovesci temporaleschi via via più intensi, con precipitazioni molto forti che si presenteranno sotto forma di temporale con grandine voluminosa e possibili tornado e alluvioni.
Come ci ha spiegato il meteorologo Antonio Sanò su Ilmeteo.it, "c’è il forte rischio che il ciclone Poppea in arrivo si trasformi in Uragano, nei pressi del Mar Ligure: ormai il mare italiano è diventato caldo come il Golfo del Messico e quasi come il Mar Rosso".I cicloni simil tropicali o uragani mediterranei, battezzati Medicane, dall'unione delle prime e delle ultime quattro lettere del termine inglese "MEDIterranean" and "hurriCANE"" sono fenomeni apparsi solo negli ultimi decenni, proprio a seguito dell'aumento delle temperature medie. I medicane possono causare una varietà di pericoli meteorologici, tra cui forti venti, forti piogge e inondazioni, tornado. Possono anche portare onde alte e mareggiate, che possono danneggiare le aree costiere.
Il medicane più potente mai registrato è stato "Apollo", che nel 2021 ha raggiunto la forza di categoria 3 sulla scala Saffir-Simpson degli uragani, con venti fino a 195 km/h. Apollo si è formato il 25 ottobre 2021 nel Mar Libico, a ovest della Libia. Ha continuato a muoversi verso est e ha raggiunto la Sicilia il 28 ottobre. Ha colpito prima la Sicilia, poi la Calabria e Campania, causando danni significativi, con inondazioni, case, aziende e infrastrutture danneggiate e mareggiate lungo la costa.
L'alluvione in Emilia Romagna del maggio 2023
Ricordiamoci anche che solo tre mesi fa il centro italia aveva subito una pesante alluvione, con piogge persistenti, allagamenti, straripamenti, frane, che hanno ucciso 17 persone, hanno fatto perdere la casa ad altri 40.000 ed hanno provocato decine di miliardi di danni.
Cosa sta succedendo? I fenomeni meteorologici estremi sono segni del cambiamento climatico?
Già sento i commenti di chi sostiene che i fenomeni meteorologici estremi, come ondate di calore, siccità, inondazioni e uragani, non sono causati dal riscaldamento globale, ma sono semplicemente fenomeni naturali che si sono verificati nel corso della storia.
È come sostenere che l'influenza si verifica in ogni stagione, e non può essere influenzata dal cambiamento climatico stagionale. Invece quando fa freddo abbiamo più casi di influenza che sono in media più intensi.
Speriamo che Poppea non diventi un uragano e non faccia troppi danni, ma comunque questi eventi estremi sono sempre più probabili, frequenti e intensi, e sono un chiaro segnale del cambiamento climatico.
Riscaldamento globale significa aumento dell'energia termica del pianeta, energia che può manifestarsi con fenomeni metereologici più frequenti ed intensi in ogni parte del mondo.
Il cambiamento climatico è il risultato dell'aumento delle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Questi gas, come l'anidride carbonica, trattengono il calore, causando un aumento delle temperature globali. L'aumento delle temperature sta causando una serie di cambiamenti nel clima, tra cui:
- Aumento delle temperature medie: negli ultimi 50 anni, la temperatura media globale è aumentata di circa 1,1 °C a causa delle emissioni di gas serra. Questo è un aumento significativo, che sta già avendo un impatto sul nostro pianeta.
- Aumento della frequenza e dell'intensità di eventi estremi, come ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi
- Scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare
Questo sarebbe un aumento catastrofico, con conseguenze devastanti per il nostro pianeta."
Ma cosa possiamo fare?
Bisognerebbe smettere di immettere in atmosfera enormi quantità di CO2 e di altri gas serra gas serra, facendo una rapida transizione ecologica dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili.
Purtroppo non basta schioccare le dita per farlo. I decisori di tutti i paesi del mondo sono ormai consapevoli dei rischi, ma molti si concentrano sui danni per l'economia di una transizione troppo rapida.
Oggi si confrontano due strategie:
1 - La strategia di 1,5 gradi è la più aggressiva e prevede di limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi Celsius entro la fine del secolo. Questo obiettivo è stato stabilito dall'Accordo di Parigi, un trattato internazionale sul clima firmato da 195 paesi nel 2015. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario ridurre drasticamente le emissioni di gas serra. Secondo l'IPCC, l'umanità ha a disposizione un budget di CO2 di circa 400 gigatonnellate per avere una probabilità del 66% di limitare l'aumento della temperatura a 1,5 gradi.
Questo significa che dobbiamo ridurre le emissioni di CO2:
- di circa il 50% entro il 2030
- raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050. La strategia di 2 gradi
2 - La strategia di 2 gradi è meno aggressiva e prevede di limitare l'aumento della temperatura media globale a 2 gradi Celsius entro la fine del secolo. Anche questo obiettivo è stato stabilito dall'Accordo di Parigi.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario ridurre le emissioni di gas serra in modo significativo. Secondo l'IPCC, l'umanità ha a disposizione un budget di CO2 di circa 1.200 gigatonnellate per avere una probabilità del 66% di limitare l'aumento della temperatura a 2 gradi.
Questo significa che dobbiamo ridurre le emissioni di CO2:
- di circa il 45% entro il 2030
- raggiungere le emissioni nette zero entro il 2070.
È importante notare che le due strategie sono diverse nel loro impatto sull'ambiente. La strategia di 1,5 gradi avrebbe un impatto molto più positivo rispetto alla strategia di 2 gradi. Limitare l'aumento della temperatura a 1,5 gradi ci permetterebbe di ridurre al minimo alcuni degli impatti più gravi del cambiamento climatico, come l'innalzamento del livello del mare, l'acidificazione degli oceani e l'estinzione di molte specie.
Quale strategia è migliore? La risposta a questa domanda è complessa e dipende da diversi fattori, tra cui le conseguenze economiche, sociali e ambientali delle diverse strategie. Limitare l'aumento delle temperature a 1,5 gradi centigradi sarebbe più impegnativo e probabilmente più costoso, ma comporterebbe anche meno rischi per il pianeta e per le nostre comunità.
In ogni caso per affrontare il cambiamento climatico, è necessario ridurre le emissioni di gas serra il prima possibile. Questo può essere fatto attraverso una serie di azioni, come:
- Investimenti nelle energie rinnovabili
- Efficienza energetica
- Cambiamenti nei nostri stili di vita
È importante agire ora, prima che il cambiamento climatico causi danni ancora più gravi.
Per le ultime notizie sull'uragano Poppea, dove colpirà e quali sono i rischi, leggi gli aggiornamenti sul quotidiano La Stampa di Torino.